Stefania Campo:la Cultura della Pace in Sicilia, cos’è?

La Cultura della Pace in Sicilia, cos’è?
Anche Peppino Impastato, per la sua caparbietà, anche Giovanni Falcone, per la sua straordinaria intelligenza, anche Paolo Borsellino, per l’immenso coraggio, sono esempi SICILIANI della CULTURA DELLA PACE, della lotta nonviolenta, della lotta per i diritti umani e a tutela delle popolazioni civili.

“Questo disegno di legge, di cui sono cofirmataria, potrebbe apparire come una di quelle occasioni dove si declamano e si affermano enunciazioni di grande slancio ideale ma che a poco possono servire in una regione come la nostra, afflitta da una durissima crisi economica, da una pervicace disoccupazione giovanile, dal diffusissimo fenomeno del lavoro nero, dell’emigrazione all’estero e dalla disastrosa condizione dei conti pubblici dell’ente regionale. Eppure non possiamo, di certo, fermare la costante evoluzione culturale e politica dando attenzione solo ad una o ad un’altra faccenda, ma siamo chiamati ad affrontare contemporaneamente, e insieme, ogni singola istanza proveniente dai cittadini, dalle organizzazioni sociali e dalle forze attive della nostra società, che a volte chiamiamo ‘società civile’ senza ben comprenderne a fondo l’incisivo significato originario.

Ebbene, questo ddl è il frutto, sano e forte, proprio di una propensione alla partecipazione diretta, alla cittadinanza attiva, alla elaborazione dal basso. Il disegno di legge che discutiamo è figlio di un Movimento, fatto di associazioni, organizzazioni no profit, di piccoli soggetti politici, di aggregazioni religiose, che in Sicilia da sempre lavora per la cultura della pace, per la promozione dei diritti umani e per l’opposizione ferma e decisa alle politiche fondate sull’aggressione militare ai Paesi più deboli. In realtà in questi Paesi, già affamati, si esportano di certo altre condanne alla povertà, alla sottomissione e al commercio legale e illegale di armi, sottraendo così enormi risorse economiche al reale sviluppo sociale, politico e produttivo di queste aree stesse e alle popolazioni che sono costrette a viverci, in certi casi in guerra perenne: Libano, Palestina, Siria, Iraq, solo per fare alcuni esempi.

Questo Movimento che porta avanti da decenni la “Cultura della Pace” (com’è possibile dimenticare l’opera e l’esempio di Danilo Dolci?) ha assunto nella nostra Isola, anche più che in altre aree del nostro Paese, la denominazione esplicita di “Movimento Pacifista”. E le occasioni di tale slancio ideale nella nostra Sicilia sono state e sono molteplici. Ci basti ricordare l’opposizione alla costruzione della Base Militare Usaf a Comiso con l’installazione dei missili a testata nucleare Cruise, che portò nella piccola città iblea centinaia di migliaia di persone e la nascita di vari “Campi Pacifisti”, la Ragnatela a opera delle donne, il Cigno Verde dell’area ambientalista, l’Imac dei soggetti più politicizzati e la Verde Vigna fulcro del movimento pacifista locale fino allo smantellamento definitivo della Base stessa. Ma Comiso, non dimentichiamolo, fu anche teatro delle fortissime denunce antimafia di Pio La Torre. Per Comiso la lotta è terminata, ed è terminata, mi corre l’obbligo ricordarlo, il 17 gennaio di quest’anno con la riconversione a usi civili dell’ultima zona ex Usaf, grazie all’azione politica del Movimento 5 Stelle e alla straordinaria attenzione del Ministro alla Difesa Elisabetta Trenta.
Bisogna operare per far crescere una cultura di pace anche nella nostra Isola, anche con il contributo della nostra Regione, così come già avvenuto con le leggi regionali approvate in Toscana, Emilia, Umbria, Campania, Veneto e Lombardia!
D’altronde la nostra regione non è, e non è stata, impegnata solo sul fronte della lotta alle guerre, ma è costantemente attiva nella contrapposizione alle organizzazioni criminali, Cosa Nostra e Stidda, alle logge massoniche deviate e non, alla mafia in senso generale. Anche Peppino Impastato, per la sua caparbietà, anche Giovanni Falcone, per la sua straordinaria intelligenza, anche Paolo Borsellino, per l’immenso coraggio, sono esempi SICILIANI della CULTURA DELLA PACE, della lotta nonviolenta, della lotta per i diritti umani e a tutela delle popolazioni civili.

Infine, mi preme mettere in rilievo un aspetto fondamentale di questo disegno di legge, ovvero la relazione che lo stesso crea con il cosiddetto “Processo di Barcellona”, che nel 2008 ha portato alla nascita dell’Unione per il Mediterraneo. Una organizzazione intergovernativa che raggruppa già 28 paesi europei e 15 paesi del Nord-Africa, del Medio-Oriente e dell’Europa Orientale. “Unione per il Mediterraneo” che ha il precipuo scopo di promuovere la stabilità e l’integrazione nell’intera macro-area del Mediterraneo stesso. Il nostro ddl pertanto partendo dall’auspicio che l’attività educazionista della “Cultura della Pace” possa venire rafforzata, grazie all’approvazione dello stesso e al sostegno della Regione Siciliana, si pone comunque l’obiettivo di seminare oggi i frutti da raccogliere nei prossimi decenni a venire. E cioè, che la Sicilia diventi finalmente, se non per altro, per la sua naturale vocazione geografica, un Ponte di Pace tra i popoli del Mar Mediterraneo. Noi sappiamo che ciò accadrà, dobbiamo solo decidere se stare dalla parte di chi cerca di costruire questo futuro, che si annuncia davanti a noi, o dalla parte di chi frena, ancora, l’evoluzione culturale della nostra Isola.
Stefania Campo

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